Congresso romano, fermiamoci

Alla Commissione azionale per il Congresso

Al Coordinamento Nazionale

Ai/alle componenti dell’Assemblea Nazionale

Care compagni e cari compagni,

ci appelliamo a voi in modo davvero accorato perché vogliate scongiurare una irrimediabile degenerazione del confronto in SEL in vista del congresso romano. La situazione nella federazione romana è a nostro parere molto grave e richiede un’assunzione di responsabilità nazionale.

Ormai tutti sanno dell’esplosione assurda del tesseramento nelle ultime settimane e della moltiplicazione di circoli rimasti invisibili negli ultimi due anni.

A questo si aggiunge la decisione di svolgere il congresso in giornate lavorative e con l’assurda e incomprensibile separazione tra la discussione e l’elezione di organismi e delegati. Questa ultima scelta, che criticammo aspramente già in occasione del precedente congresso, quest’anno è ancora più grave: perché non sono più previsti i delegati dei circoli e perché esiste una discussione reale sulle scelte politiche che non può essere distorta o sottaciuta. In quel caso, un congresso di fondazione, si tentò di contrastare la distorsione del tesseramento abnorme con una lista sostanzialmente bloccata che rese ininfluente il voto nei seggi. Una scelta che in molti considerammo comunque un pesante cedimento. Questa volta non sarà così.

Il richiamo alla necessità di garantire la partecipazione è evidentemente ipocrita e infondato. Ci interessa solo la partecipazione nell’elezione dei gruppi dirigenti locali? E perché non tuteliamo anche la partecipazione al voto del documento politico, sugli emendamenti? E perché non garantiamo la partecipazione di tutti alla discussione politica? E come verranno votati i delegati al congresso nazionale da chi non ha avuto modo di conoscere le loro opinioni e di seguire la discussione?

Vi scriviamo perché è in gioco la libertà e il diritto alla partecipazione delle iscritte e degli iscritti (abbiamo da tempo accantonato la speranza di coinvolgere altre e altri fuori da sel in questa discussione tutta ripiegata in una logica di conta interna). È necessario proteggere la libertà del congresso dal condizionamento di gruppi economici e di poteri locali, al momento del voto, nei territori.

Ma ci sono altri due gravi motivi per cui vi chiediamo di intervenire.

Il primo riguarda la nostra credibilità. È schizofrenica l’idea di fare un’iniziativa sulla bella politica la domenica, dopo aver consumato questo sfacelo nei tre giorni precedenti! La nostra credibilità è già gravemente pregiudicata. Anche quell’iniziativa rischierebbe di risentire gravemente delle pesanti distorsioni verificatesi proprio a Roma. E noi non siamo disponibili ad accettare un richiamo alla responsabilità se non c’è un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha il ruolo per porre rimedio a questa situazione. Non danneggia SEL chi denuncia queste distorsioni ma chi le produce e chi le tollera e noi vi anticipiamo che non accetteremo nessun richiamo omertoso e intendiamo denunciare pubblicamente questa situazione, così come è avvenuto già in altre città.

Il secondo elemento riguarda quello che il documento congressuale richiama con forza e cioè il rifiuto di trasformare il conflitto politico in inimicizia. Come credete sia possibile tornare a fare politica insieme dopo il congresso se questo sarà segnato non da un confronto politico anche aspro ma dalla compressione dei diritti degli iscritti, dallo snaturamento del confronto, dal disprezzo delle regole, dalla riproposizione dei peggiori vizi della politica che abbiamo denunciato insieme? In questo modo non si determinano maggioranze e minoranze (falsate) ma si pregiudica la possibilità di restare insieme, di avere rispetto reciproco e condivisione di un impegno comune.

Vi chiediamo, se credete che il ruolo di SEL, il nostro stare insieme come comunità plurale e solidale, il nostro ruolo di rappresentare una speranza nel panorama politico nazionale sia più importante delle piccole dinamiche di potere locali, di non lasciare colpevolmente che tutto ciò avvenga.

Nessuno deve essere umiliato e le soluzioni devono garantire una piena cittadinanza per tutti, non possono predeterminare la sconfessione politica di dirigenti che hanno un ruolo nazionale. Ma deve essere ripristinato un confronto civile, non falsato.

Per farlo senza soluzioni improvvisate e confuse è forse necessario del tempo. Vi chiediamo di valutare anche la possibilità di un rinvio del congresso per trovare una soluzione equilibrata, condivisa ed efficace.

Barbara Auleta, Stefano Ciccone, Enzo Mastrobuoni, Francesca Vigiano, Carolina Zincone

3 pensieri su “Congresso romano, fermiamoci

  1. Mi risulta che la commissione nazionale per il congresso abbia risposto nel merito, sostenendo che le accuse di tesseramento non credibile siano fasulle, e che le modalità di svolgimento siano state decise di comune accordo dall’assemblea provinciale uscente…

    Ora, si può non essere d’accordo, ma trasformarlo in motivo di “pregiudizio” alla ” possibilità di restare insieme, di avere rispetto reciproco e condivisione di un impegno comune” sa di scusa…

    • Credo che il solo fatto di permettere ad una federazione di svolgere un congresso con metodo diverso rispetto alle altre federazioni sia grave e ancor piu’ grave se quella federazione rappresenta un quarto degli iscritti al partito. La Commissione nazionale ha perso credibilità anche quando, vedi la Lombardia, ha permesso “deroghe” anche sulle quote di genere nella composizione delle liste. Le regole sono “regole” per essere rispettate e non per uso e consumo di una parte rispetto ad un’altra.
      La fase 2 di questo partito non nasce bene, speriamo non finisca peggio !

  2. Sono perfettamente d’accordo, attendiamo risposta in merito. Non c’e’ nulla da aggiungere,ma insistere perchè il congresso sia rimandato al fine di fare una migliore organizzazione del congresso.

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